Enna: “Dove nascono le viole”, un racconto attuale del Ratto di Proserpina tra mitologia e storia

spettacolo “Dove nascono le viole”
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Un doppio binario parallelo che mette a confronto lo stupro della Sicilia raccontato nelle Verrine di Cicerone con quello del Ratto di Proserpina. Storia e favola per raccontare di una Sicilia martoriata cosi come di una Proserpina rapita.

Lo spettacolo “Dove nascono le viole” liberamente tratto da “il ratto di Proserpina” della scrittrice e giornalista Anna Maria Corradini, andato in scena domenica scorsa al Teatro Neglia, è un dramma teatrale che intreccia la trama dei documenti storici del famoso processo di Cicerone contro Verre con la suggestione del racconto mitologico.

Messo in scena dalla compagnia teatrale “L’incanto” con la regia e il testo di Lucia Incarbona, vede sul palco una bravissima Rossella Guarneri nei panni di Proserpina Core. Una figura che incanta mentre racconta di una Core alla fine innamorata del suo Plutone, interpretato magistralmente da Riccardo Isgrò.

Lo spettacolo si snoda in scene complete. Da un lato il processo a Verre, con Cicerone, nei panni di un avvocato, interpretato da Andrea Lombardo, e gli ennesi, feriti dal furto da parte di Verre della statua di Cerere, interpretati da Adriana Siino, Arianna Scuderi, Marco Scurria e Cosimo Maria Urso. Tutti gli attori caratterizzano le figure in un racconto che è quanto mai attuale. Così in scena va un Giove, l’attore è Domenico Pane, che appare uno smargiasso di borgata in abito bianco e catene d’oro che si confronta, da genitore separato, con Cerere, Daniela Lo Cascio, e racconta della a volte difficile gestione dei figli tra separati, del senso di colpa della madre, Cerere, poco presente con la figlia Proserpina, che ha costretto ad un’adolescenza quasi segregata.

Proserpina è una figura inquieta, che testimonia però una dedizione totale all’amore di Plutone, l’unica coppia nel mito, che non ha mai tradito l’amore assoluto. E’ lei, Proserpina-Core, che lamenta la solitudine dell’amore in cui, anche nel suo regno oscuro, è costretta a vivere a causa dei tanti impegni di Plutone.

“Noi mettiamo l’amore in un angolino – dice in scena – mettiamo in un angolo ciò che davvero importa per poi dimenticare e quando ci rendiamo conto che l’abbiamo perso non c’è più nulla da fare”.

“La figura di Proserpina è estremamente complessa – dice l’autrice del testo e regista Lucia Incarbona –. Per raccontare questi drammi sono partita dal furto della statua di Cerere, di cui parla proprio Cicerone nelle sue Verrine, e da lì ho dipanato un discorso che accosta il ratto di Proserpina alle ruberie di Verre che ridussero la Sicilia in miseria”.

L’assistenza alla regia di “Dove nascono le viole” è firmata da Marilina Giordano, la voce è di Ornella Mormile, le scenografia di Maria Grazia Sciortino, i costumi di Lucia Incardona, mentre il tecnico audio è Alessio Catalano.

Pierelisa Rizzo

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