Enna, Di Maggio: “Ritorno alle elezioni dirette delle province bocciate dalla Meloni?”

Gaetano Di Maggio
PUBBLICITÀ    

Si pubblica di seguito nota stampa di Gaetano Di Maggio, esponente del centro destra ennese.

Ritorno alle elezioni dirette delle province in Sicilia bocciate dalla Meloni? Alcune testate giornalistiche siciliane titolano così o quasi la bocciatura del ritorno al voto diretto per le nostre province. Io non credo che il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri voglia impedire al popolo siciliano di eleggere i propri rappresentanti provinciali, in modo da dotare i nostri territori di una vera governance capace e presente, per dare risposte valide alla nostra gente.

Non credo che voglia lasciare le nostre province in mano a dei sindaci e consiglieri comunali che con difficoltà riescano a mala pena a gestire i propri comuni, quindi incapaci, sicuramente, di poter rappresentare degnamente un’area vasta.

Se si considera anche che la bozza della riforma siciliana sulle province prevedeva che le spese delle elezioni e dei successivi compensi ai futuri presidenti, assessori e consiglieri, era totalmente a carico della Regione Siciliana, avrebbe messo in condizione Roma e la Meloni di stare tranquilli, anche sotto l’aspetto economico.

Perché la Meloni, quindi, dovrebbe essere contraria a cancellare una legge “sciagura”, come quella della Delrio, dato che avrebbe consentito ai siciliani, che godono di uno statuto specialissimo, a volte solo quando conviene a Roma, di rappresentare nuovamente e pienamente i propri territori?

Anche il Presidente della Repubblica, in una recente visita in Sicilia, aveva auspicato ad un ritorno alle vecchie province, ed è notizia di oggi che la Lega presenterà alla Camera un suo emendamento per le elezioni dirette provinciali. Bastava inserire un piccolo emendamento nella finanziaria, da parte del governo nazionale, per consentire ai siciliani di tornare al voto.

Allora provo ad immaginare il perché possa non volere il voto diretto e democratico dei siciliani, il nostro Presidente del Consiglio dei ministri. Forse perché quando si tratta di amministrative, i Fratelli d’Italia diventano “fratellini”, come li ho battezzati poco tempo fa, dovendo apporre il cognome a fianco al simbolo? Forse perché nonostante i sondaggi diano il partito della Meloni al 30% a livello nazionale, in Sicilia, in alcune realtà, avrebbe rischiato di non prendere neanche il 5%, che è lo sbarramento minimo?

Se così fosse, allora la Meloni metterebbe l’interesse del partito davanti all’interesse dei siciliani. Mi dispiacerebbe tantissimo, perché sta ben rappresentando l’Italia, attuando una grande politica, aggiungerei finalmente, internazionale, e si sta ben muovendo, anche sotto l’aspetto economico.

Concludo dicendo che la nostra Meloni, presa da mille impegni, tra l’altro gravosi, non ha analizzato il fatto che la disfatta arriverà ancora più grande per i suoi “fratellini” siciliani, con le elezioni di II livello, perché? Perché saranno isolati, come alleanze, e perché hanno pochi amministratori.

Purtroppo alla Meloni chi le doveva fare presente una tale previsione? I suoi rappresentanti siciliani? Mi viene da sorridere.

Concludo, veramente questa volta, augurando alla Meloni di continuare a rappresentare alla grande l’Italia, se pur tra mille difficoltà, e di perdere tutte le 9 province in Sicilia, con le elezioni di II livello. Auguri Presidente.

PUBBLICITÀ