Enna: all’Urban Center mostre e meraviglia per la festa del libro

Lorenza Savoca
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All’interno del programma del XIV Festival del Libro e della Lettura che si sta svolgendo in questi giorni ad Enna, presso l’Urban Center sono state inaugurate la mostra fotografica “Paesaggi” della fotografa ennese Lorenza Savoca ed una mostra di illustrazioni in tavole originali dell’autrice catanese Lucia Scuderi. Il suggestivo allestimento è stato curato dall’artista, creatore e decoratore Luca Manuli, che sviluppando il tema conduttore del festival “leggere gli alberi e piantare una foresta”, ha trasformato l’Urban Center di Enna in un bosco incantato che avvolge le opere in mostra.

La mostra “Paesaggi”, come ci racconta Lorenza Savoca, nasce da un’esigenza personale di esprimersi attraverso il contatto intimo con la natura da consumare in solitudine e fuggendo i rumori del caos cittadino.

“Attraverso il paesaggio – ci spiega l’autrice – trovo una connessione di pace e serenità interiore che non riesco a trovare in altri contesti, così riscopro, in tutta la sua potenza, la bellezza della natura che viene ancor prima dell’uomo; si tratta anche di una forma di rispetto verso ciò che il mondo ci mette a disposizione”.

Percorrendo assieme l’allestimento della mostra la fotografa ennese ci fa notare la foto di una melagrana, frutto che richiama il mito greco di Persefone e che caratterizza il territorio ennese, e ci spiega quanto questa connessione sia importante per la città di Enna, che ha pochi beni materiali di grande importanza ma che invece può vantare un patrimonio culturale immateriale molto vasto. La storia del mito, in questo contesto, riveste un ruolo determinante e la melagrana, oltre ad essere icona del mito che ci appartiene, ci mette immediatamente in connessione con la natura e ci porta senza soluzione di continuità direttamente all’altra parte della mostra: le tavole originali dell’illustratrice catanese Lucia Scuderi.

Le illustrazioni sono parte integrante e significante di due pubblicazioni: Il libro “Di fiore in frutto” di Chiara Sallemi ed. Fulmino, 2024; ed il libro “La foresta che cresce” di Andrea Valente ed. Lapis, 2024.

Abbiamo avuto la fortuna di scambiare due chiacchere con gli autori i quali ci hanno catapultato in un mondo fiabesco, ricco di racconti e suggestioni, ma allo stesso tempo concreto, saldato alla natura in modo quasi materico, per restituirne sensazioni, profumi ed emozioni.

Chiara Sallemi è autrice di un lavoro sinestesico che utilizzando tre linguaggi diversi, la poesia, la musica e le immagini, guida per mano i piccoli lettori, a cui è rivolto, conducendoli all’incontro con gli alberi da frutto per risvegliare in loro la meraviglia del contatto con la natura. Il libro è composto da poesie dedicate ad otto alberi in frutto tipici del sud e segue, nello stile, una pubblicazione precedente dedicata ad otto alberi che perdono le foglie tipici del nord. Ad ogni poesia si accompagna una traccia musicale da ascoltare attraverso un QR code ed una illustrazione a colori, tra cui anche quella di un melograno.

Chiara Sallemi e Andrea Valente

Chiara Sallemi e Andrea Valente

“Sono molto felice di essere ad Enna – ci racconta Chiara Sallemi – mi sento in un abbraccio che è di natura di libri ma anche di persone che ti fanno fiorire l’anima; la natura per me è un catalizzatore di meraviglia”.

Il numero otto non è casuale, si tratta di un numero che se guardato da un diverso punto di vista assume il significato di infinito, perché infinito è l’universo che la natura svela.

L’altro libro in mostra, di Andrea Valente, invece è rivolto ad un pubblico di ragazzi e racconta di 16 storie in cui un albero qualunque ha acquisito un valore simbolico attraverso la relazione che si è stabilita con un essere umano.

“Si tratta di alberi comuni – ci riferisce l’autore – che hanno avuto l’avventura di incontrare una persona, non sono alberi importanti, ma semplicemente si sono uniti, per caso, alle vicissitudini degli uomini e adesso raccontano una storia”.

Esempio siciliano è il ficus di Falcone e Borsellino, albero molto comune nel palermitano, senza caratteristiche particolari, ma che grazie al suo incontro con un uomo è diventato un simbolo di giustizia. Nel libro si trovano le storie reali di sedici alberi, peraltro geolocalizzabili, accompagnate da altrettante immagini appositamente disegnate da Lucia Scuderi che arricchiscono la narrazione.

Tra i racconti, bellissimo è quello dell’albero di Anna Frank, un comunissimo ippocastano i cui rami erano l’unica cosa che Anna vedeva attraverso una fessura dalla sua finestra spostando i cartoncini neri con cui si nascondeva. In realtà l’albero è morto una decina di anni fa ma, prima che lo tagliassero, gli addetti del centro ne ha raccolto i frutti, fatti germogliare e messi a disposizione. Oggi in tanti giardini di scuole olandesi ci sono ippocastani figli dell’albero Anna Frank.

In fondo, come ci spiega l’autore, c’è una similitudine da cogliere: gli alberi comuni diventano speciali nell’incontro con le persone, così come le persone comuni diventano speciali nell’incontro con altre persone.

Forse il senso di ogni cosa è proprio nell’incontro, nella relazione che si stabilisce tra esseri viventi.

Fabio Marino

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