Crisi idrica: le proposte dei Comitati Cittadini Ennesi

Comitati Cittadini Ennesi
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I Comitati Cittadini Ennesi, associazione che dal 2005 opera sul territorio, aderente al Forum Regionale Acqua e Beni Comuni (Forum ABC), hanno tenuto ieri una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione drammatica che sta vivendo gran parte della popolazione dell’Ennese a causa della carenza d’acqua. Hanno partecipato alla conferenza alcuni dei rappresentanti dei comitati locali, precisamente: Elio Pistorio di Agira, Sebastiano Pruiti e Luca Calì di Troina, Angelo Drago di Aidone, Totò Puglisi di Enna, Michele Sportaro di Centuripe, Nunzio Nicosia di Regalbuto e Carmelo Di Marco di Catenanuova. A introdurre il tema della conferenza è stato il coordinatore provinciale dei comitati, Carlo Garofalo, che ha fatto inizialmente una disamina su come il servizio idrico sia organizzato in Sicilia.

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“L’attuale situazione drammatica – secondo i Comitati Cittadini Ennesi – porta a precise responsabilità. Alla Regione Sicilia che non ha controllato Siciliacque, circa la carenza di acqua negli invasi, chiedendo un piano di emergenza per ovviare alla siccità. A Siciliacque che non ha mosso un dito per ricorrere a piani di emergenza e alternativi all’attuale sistema di captazione e conservazione dell’acqua, oltre a non avere mai attenzionato le perdite nelle condotte di distribuzione delle acque. All’Ati di Enna, per quel che ci riguarda, per non avere attenzionato per tempo il problema proponendo/chiedendo al gestore un piano di emergenza in considerazione che già a febbraio il maggior invaso (l’Ancipa) presentava una situazione precaria a livello di riserva idrica; al gestore privato che si è cullato del fatto che poteva comprare l’acqua all’ingrosso ed ha abbandonato tutti le concessioni dei pozzi che al momento del passaggio dai Comuni allo stesso gestore, le furono consegnate a quest’ultimo e al contempo non si è premurato a fare ulteriori ricerche per nuove captazioni”.

“In pratica – proseguono i Comitati Cittadini Ennesi – tutto ciò che si sta facendo adesso con la fretta del caso, poteva benissimo essere programmato alla fine dell’inverno scorso, quando le precipitazioni sul nostro territorio erano state scarse e pertanto era facile prevedere che la situazione peggiorasse soprattutto con l’arrivo dell’estate. Sulle responsabilità politiche innanzitutto e poi sul sistema idrico privatizzato, torneremo in seguito a parlarne, così come per il prezzo fissato dalla Regione per la vendita dell’acqua all’ingrosso, dove prima il TAR e poi il CGA hanno dichiarato illegittima detta tariffa. In questa fase di grave disagio per la gran parte della popolazione ennese, ci preme contribuire a tamponare il problema per ridurre al massimo le problematiche, nella speranza che con il tempo, una giusta programmazione e una stagione invernale piovosa, possano fare rientrare la questione nella normalità”.

Queste le proposte dei Comitati Cittadini Ennesi, “consapevoli – proseguono – che in questa fase occorre che ciascuno faccia la propria parte. La costituzione di una task force comunale, operativa e propositiva, costituita da Sindaco, tecnici comunali, rappresentanti del gestore, consiglieri comunali e rappresentanti dei cittadini, per monitorare e proporre soluzioni alla crisi idrica; una mappatura delle concessioni di pozzi privati in Sicilia e la requisizione temporanea degli stessi da parte della Protezione Civile, in coordinamento con le Prefetture, lasciando ai titolari solo la quantità d’acqua necessaria per le loro esigenze familiari o aziendali. Utilizzo di autobotti della Protezione Civile, della Forestale, dell’Esercito e, se necessario, di privati per riempire i serbatoi comunali con l’acqua proveniente dai pozzi requisiti, garantendo così la distribuzione tramite le condotte municipali. Ricerca di nuove risorse idriche a cura dei Comuni, riducendo i tempi burocratici grazie a un’ordinanza della Protezione Civile. Una delibera dell’ATI per chiedere al gestore privato di sospendere momentaneamente la riscossione delle bollette, considerato che le famiglie stanno sostenendo costi elevati per l’approvvigionamento alternativo dell’acqua o per l’installazione di serbatoi. Un intervento legislativo della Regione Siciliana per ristorare le attività commerciali, come gli esercizi pubblici, che, per garantire l’apertura, sono costretti ad acquistare acqua dai privati”.

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