Già eurodeputato e presidente dei ministri, oltre che uomo politico di esperienza, Enrico Letta ha dimostrato di credere profondamente nell’Unione europea e di scommettere tutto sui giovani cittadini degli Stati membri, sui loro sogni e le loro ambiziose aspettative.
Arrivato a Enna giovedì scorso per ritirare il Premio internazionale per l’Europa “Federico II” 2024, il politico toscano è stato accolto al teatro comunale Francesco Paolo Neglia dal direttivo della Casa d’Europa di Enna, dalla parlamentare nazionale del Pd Stefania Marino, dall’assessore alla Comunità educante Giuseppe La Porta, dal presidente del Consiglio comunale Paolo Gargaglione e uno stuolo di autorità civili e militari, referenti della Settimana europea federiciana, organizzazioni di categoria, club service, dirigenti scolastici, e rappresentanti del mondo della cultura locale.
Nel corso di una conversazione con Michele Sabatino, imprenditore ennese, segretario del Centro regionale siciliano del Movimento federalista europeo e di recente nominato console onorario della Bosnia Erzegovina per la Sicilia, Enrico Letta ha parlato del suo ultimo libro, “Molto più di un mercato. Viaggio nella nuova Europa”, Il Mulino editore, annunciato da alcuni estratti letti dall’attrice e scrittrice Elisa Di Dio.
Dopo aver viaggiato per otto mesi in 27 paesi europei, 65 città e tenuto 400 incontri, tra rappresentanti dei governi nazionali, delle istituzioni, della società civile, delle università, dei think tank, Enrico Letta ha redatto una relazione per il piano di rilancio dell’integrazione economica per la quale era stato incaricato dal Consiglio europeo e dalla commissione.
“Cosa ho notato in questo lungo periodo di osservazione in lungo e in largo per il Vecchio Continente? – ha spiegato – che le frontiere tra gli Stati esistono ancora. Innanzitutto nelle nostre menti di cittadini Ue e poi anche negli snodi di importanti infrastrutture come i treni ad alta velocità”.
Secondo Letta, in Europa si continua a investire all’interno dei singoli paesi e non nei collegamenti tra Stati, con una contraddizione percepita soprattutto dai giovani universitari.
“Ho ascoltato tanti ragazzi lamentare la mancanza di strutture, capitali di investimento e accoglienza di nuove idee nei propri diversi paesi di appartenenza – ha continuato – vogliono tutti andare negli Usa per avere possibilità concrete. Tutto questo deve farci riflettere e cambiare rotta immediatamente”.
E poi le proposte: “Io credo che farebbe molto bene l’introduzione dell’Erasmus per tutti gli studenti sedicenni degli Stati membri, a spese dell’Ue. E aggiungerei un’altra libertà alle quattro fondamentali della libera circolazione nella nostra Europa (beni, capitali, persone, servizi): innovazione e conoscenza”.
Dopo un’accurata analisi geopolitica condotta con linguaggio chiaro e comprensibile a tutti, Letta ha dichiarato: “Non serve solo una politica di difesa unitaria, ma anche un diritto commerciale unico, perché l’economia Ue non integrata nei mercati, ci sono troppe frontiere anche in questo settore, con il pesante rischio di trasformare il nostro Continente in una colonia degli americani e dei cinesi”.
E rispondendo alla domanda di Sabatino sull’avanzata dei neo nazionalismi e partiti “no Europa”, Letta ha aggiunto: “Se esiste una pace in questo continente, se esiste libertà di pensiero, una forza economica prima impensabile, è perché l’Europa ha vinto. E dobbiamo ricordare sempre che è nata da sacrifici di sangue di uomini e donne che hanno creduto che solo uniti possiamo vincere”.
Una “grande soddisfazione” è stata per Letta vedere inserite alcune proposte del suo report nel discorso che Ursula von der Leyen ha proclamato per il suo nuovo insediamento alla presidenza della Commissione europea, come linee guida politiche per il mandato 2024-2029.
Nel consegnare il premio “Federico II”, Cettina Rosso, presidente della Casa d’Europa di Enna ha rivolto un accorato appello al protagonista della serata: “A lei, Enrico Letta, affidiamo il compito di portare avanti il sogno europeo, come unione di popoli e comunità di destino e non solo monetaria. A lei affidiamo il compito di portare avanti le battaglie che furono di Altiero Spinelli e di Jacques Delors”.